Piero Pelù | Baia Domizia | Deserti Tour | litfibaunofficial.it

Reportage del live di Piero Pelù a Baia Domizia

Per la prima volta assisto ad un concerto di Piero Pelù senza mia madre, fermata a casa dagli acciacchi dell’età.
Così capita la data di Baia Domizia, dove il mio amico Giacomo trascorre le sue vacanze da praticamente tutta la vita. Quale occasione migliore. Una volta organizzato il tutto con una precisione a dir poco approssimativa (vista la febbre dei giorni precedenti), dopo aver pranzato e chiacchierato almeno per 3 ore di musica, decidiamo di trascorrere qualche ora al mare.
Ma come spesso accade, Dio Nettuno non è per niente favorevole al mio transitare sulle sue spiagge, così raduna a se tutti gli Dei del meteo e oscura il sole con pesanti nuvoloni.

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Dopo una doccia volante ed una cena a base di pizza dalla consistenza di una nuvoletta su una mattonella di terracotta, si va verso l’Arena dei Pini. Trovato il parcheggio dietro il modico pedaggio di 10 euro (!), entriamo e scopriamo che praticamente c’è pochissima gente. Poco più di una fila di persone disposte per tutta la lunghezza del palco e pochi spettatori sulla tribuna.
Alle 20.30 è un po’ desolante, ma il caldo la fa ancora da padrone.

Conquistata la transenna, dove incontro Gianclaudio (meglio noto come Padre Bardo) e Alessandra, alle 21 apre il concerto Etta Di Marco, giovane rocker tutto pepe che sciorina un rock all’italiana a metà tra Garbage e Skunk Anansie.

Terminata la performance, inizia il countdown mentre l’arena finalmente si riempie. Sono le 21.35 e Porte apre il concerto del nostro rocker preferito! Accompagnato dalle ormai immancabili cuffie con cornucuore azzurro, Piero Pelù dà il via al live con Tribù. C’è qualcosa di strano però. Già dai primi assoli, Piero fa il gesto di tagliare corto ai componenti della band: un gesto ironico (?) che ripeterà anche nei brani successivi che ripete anche nei brani successivi mimando le forbici oppure un orologio. Non sapremo mai.

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Si prosegue ancora pescando dall’album In Faccia con il brano Segni’n faccia e poi un salto all’indietro con Cangaceiro. Mentre si esorta il fonico ad alzare il volume della voce con un toscanissimo “O’ fonihooooo”, parte Novichok e poi Io ci sarò.
Momento toccante con un ricordo di Massimo Cotto, venuto a mancare pochi giorni fa: a lui dedica Maledetto cuore.
Alto momento di alto profilo musicale con Fata Morgana: qui Amudi Safa, che chiameremo amichevolmente Mustafa, sgancia un assolo micidiale, pazzesco. Forse mai sentito negli anni solisti di Piero, con buona pace di tutti i chitarristi che hanno calcato il palco.

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Un piccolo preambolo sulla sua scelta di fare il rocker introduce Picasso, un brano davvero godibilissimo che ha attirato la mia attenzione dopo lo scetticismo al primo ascolto.
Sorella Notte, dedicata ad una sua amica nigeriana, Gigante, Proibito e Toro Loco anticipano una Tutti Fenomeni strumentale (con un breve cameo a Ain’t talkin ‘bout love dei Van Halen) ed una serie di assoli e passaggi musicali tra “Mustafa”, Max Gelsi e Luca Martelli, sempre sul pezzo.

Piero rientra introducendo Canto, rimarcando l’umana stupidità degli haters che continuano imperterriti ad infangare la sua persona con commenti beceri ed altamente inutili.
Si chiude con Bomba Boomerang e El Diablo, con l’ormai solito inginocchiamento di purificazione.

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Tutto sommato un buon live, finalmente con un’ottima band (sempre con buona pace dei predecessori). Stavolta i Bandidos sono praticamente perfetti. 
Cronologicamente, possiamo collocarli musicalmente nel periodo dell’In faccia tour: suoni ottimi, grande groove e amen se manca all’appello una tastiera, sostituita dalle campionature. 
Piero sempre carico anche se “segnato” dai problemi avuti, anche se in alcune situazioni sembra ancora “poco confident” e frenato a lasciar uscire definitivamente quell’animale che è dalla sua gabbia.

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